La giostra delle identità
di Daniele Baldinotti
La giostra delle identità
Siamo terra
frantumata
negli apostrofi del tempo
ad ogni sorgere
del sole, ombre,
sui pavimenti
di anonimi ricordi.
E così
tutti uguali ad uno
nella giostra delle identità
Prefazione di Luciano Foglietta
Grafica di Angelo Spazzoli
Stampato da Over Cover Scriba per il Centro Culturale L’Ortica
Tutte brevi e grondanti d’intensa sensibilità le poesie di Daniele Baldinotti raccolte in “La giostra delle identità”.
Oggi chi scrive versi è moltitudine ma chi riesce a passare al vaglio del tempo, chi non scompare dagli scaffali delle librerie e dalla memoria della gente si riduce a piccolo drappello. Dieci anni fa, con la raccolta intitolata “Segni dal tempo” (Editrice Il Ponte Vecchio) il giovanissimo Baldinotti faceva intravedere “una vena positiva”. La sensibilità di allora, la misteriosa facoltà di apprendere coi sensi persino il modificarsi dell’animo a parer mio in lui si è accentuata. Di conseguenza ci si ritrova di fronte ad un poeta non usurpato dalla gravità della saggezza a scapito del gioire della vita anche se poi l’innata tristezza lo fa indulgere verso il pessimismo: “Ubriaco di melanconia, / sfoglio le pagine della vita, / specchio che le mille cadute / non hanno ancora frantumato…”.
(dalla prefazione di Luciano Foglietta)
Il libro si può trovare presso i seguenti punti vendita:
- Libreria “Il Cenacolo” – Via G. Saffi, 13 – 47121 Forlì
- Cartolibreria “Silvestro Snc” – Via Libertà, 31 – 40059 Medicina (BO)
- Edicola “Gondolini Gilberto” – Via Kennedy, 5/a -47121 Forlì
- Edicola “Rossi Paolo” – Via Campo di Marte, 73 -47121 Forlì
- oppure richiedere al Centro Culturale L’Ortica, tel. e fax 0543 092569
e-mail: centroculturalelortica@gmail.com, orticadonna@tiscali.it
- o direttamente all’autore: Daniele Baldinotti, tel. 3475061778, e-mail: baldo.dani1@alice.it
Tempeste
di Caterina Bigazzi
Silloge poetica pubblicata quale premio per Caterina Bigazzi vincitrice nella sezione "Sandra Mazzini" riservata alla poesia inedita, VIII Edizione del Concorso Letterario Nazionale Città di Forlì.
Motivazione: La giuria ha deciso di indicare come vincitrice questa poetessa per la originalità della impostazione della scrittura con tre brani che quasi potrebbero essere aspetti diversi di uno stesso componimento. Le invocazioni e le immagini sono intense e palpabili così come i sentimenti forti a cui rimandano.
Prefazione di Luciano Foglietta
Grafica di Angelo Spazzoli
In copertina: “Fiori” di Irene Ugolini Zoli (particolare)
Stampato da Over Cover Scriba per il Centro Culturale L’Ortica
Parlare oggigiorno di poetica è imbarazzante. Sostenere l’eredità dei Montale e degli Ungaretti è un qualcosa di talmente arduo che, a chi si propone di farlo, vengono i sudori freddi. Noi che viviamo il periodo del caos atomistico a volte abbiamo paura perfino di accostarci ad una qualsiasi branca dell’arte. Tenendo per certo il pensiero di Nietzsche secondo cui la soppressione degli istinti compiuta dalla storia avrebbe trasformato gli uomini in pure astrazioni ed ombre vediamo intorno a noi soltanto fantasmi e zombi. Come sempre, da che mondo è mondo c’è chi ombra lo diventa (o lo è sempre stato) e c’è chi, come Caterina Bigazzi, è invece di una lucidità critica, di una chiarezza discorsiva così ricca e piena di vita che non ha proprio nulla da invidiare ai “grandi” del passato: “Mi manchi come all’acqua i cerchi / dopo il tuffo del sasso, rifrazione / nel tornare piatto alla superficie / la quiete, la calma perfetta – dimentica - // Soltanto nell’attimo attivo del lancio, / tra l’aria che assorbe e il sotto che ingoia / in quel mondo irreale cangiante mulinello / possiamo vederci – ricorda, è un miraggio / nel sasso sommerso è il segreto / di quel che hanno goduto le mani monelle a scagliarlo, / ma quando nel lago si staglia la luna lo specchio / è già troppo tardi – rassegna la riva” (da “Rifrazione”).
(Luciano Foglietta)
(Lei disse)
Venti poesie di Rosa Alice Branco tradotte da Valeria Tocco
Silloge poetica pubblicata quale premio per Valeria Tocco vincitrice nella sezione "Jacopo Allegretti" riservata alla traduzione di poesia, VIII Edizione del Concorso Letterario Nazionale Città di Forlì.
Motivazione: L'elegante e quasi perfetto lavoro presentato colpisce per il notevole sforzo traduttivo, specie nella versione della seconda poesia intitolata in italiano La prima pietra, dove tutto è molto misurato. Infatti la traduttrice segue il "senso" del testo della poetessa portoghese Rosa Alice Branco, producendo un equilibrato dettato poetico e riuscendo a svelarci la bellezza delle parole originali dove tutto è concentrato in un frammento di vita vissuta, rendendo il testo finale in un lirismo ricco e di forte intensità legato da un filo scolpito dalle belle parole.
Prefazione di Anabela Cristina Costa da Silva Ferreira
Grafica di Angelo Spazzoli
In copertina: “Fiori” di Irene Ugolini Zoli (particolare)
Stampato da Over Cover Scriba per il Centro Culturale L’Ortica
Senza ombra di dubbio affermiamo che la poetessa occupa a pieno titolo un luogo unico nella poesia lusitana contemporanea con l'abbandono dell'uso delle metafore e la scelta delle simbologie, con il suo linguaggio "nudo e crudo", diretto e concreto, per l'appunto, come A. Caeiro ma non per questo da considerarsi aggressivo o violento ma perché è reale, vivo e quindi, condivisibile. Lo leggiamo, ad esempio, nella poesia In un giorno di inverno che troviamo all'interno di questa antologia: «Il macellaio è morto. Ha lasciato moglie,/due figli e carne fresca stesa come biancheria/sul filo. [...]/Mi ricordo la pescivendola/che ci svegliava alla mattina «pesce fresco/bello vivo» e come era caro il rantolo della sogliola./Anche la lattuga è fresca dopo la morte,/il mazzo di cime di rapa, perfino dalle carote ci aspettiamo/che siano fresche lì nel piatto con la sogliola rigorosamente/separata dalle lische. Così fresco! Il macellaio/sarà sepolto dopo pranzo. Ora giace nella camera ardente/con il viso scoperto alla famiglia e ai curiosi. [...]»
(Anabela Cristina Costa da Silva Ferreira)
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